Il libro guarda a John Coltrane da tre punti di vista. Innanzitutto da quello di un ragazzo di 17 anni, che nella Milano del 1968 ricca di jazz e di contestazione si innamora perdutamente del grande sassofonista: è un amore in cui esplodono emozioni, immagini, racconti scaturiti dalla musica del suo idolo e che vengono recuperati anche da antichi appunti. È un amore, però, che si conclude bruscamente quando Coltrane abbraccia il free jazz, una musica che il ragazzo avverte come “puro rumore”.
Ma è ancora amore quello che ridivampa intenso quando quel giovane avrà raggiunto la sua maturità e riproporrà il percorso di Coltrane in una seconda lettura, meno emotiva e più filosofica. Uno sguardo che delinea – atipicamente – una visione unitaria e fortemente coerente di tutta la sua carriera.
Il terzo punto di vista è quello – interessantissimo – di Claudio Fasoli, che in una lunga e densa intervista racconta cosa John Coltrane ha significato per lui e per la sua formazione di compositore/musicista, dando anche vita a confronti con altri protagonisti di quel periodo della storia del Jazz. Un racconto, quello di Fasoli, che mette in evidenza anche aspetti tecnici e che porta a una comprensione più approfondita del musicista che ha influenzato generazioni di saxofonisti.
Mimesisedizioni, 2019